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Pompei, rigenerazione archeo-urbanistica: progetti per oltre 100 milioni di euro e scavi più estesi dagli anni ‘50

1/3/2024 - Il tutto nell’ottica di una città antica senza confini con il territorio: lo ha annunciato questa mattina il direttore del Parco Archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel, nel corso di una diretta YouTube con i giornalisti che ha avuto ad oggetto i lavori di restauro e scavo della casa di Leda

In occasione della diretta YouTube per la stampa sui lavori di restauro e scavo alla casa di Leda, indagata nel 2018-2019 e oggi nuovamente oggetto di un intervento di accessibilità e tutela, il direttore del Parco Archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel, si è soffermato su quello che ha definito un momento cruciale per il sito UNESCO, ovvero una grande rigenerazione “archeo-urbanistica” che si sta realizzando dopo la conclusione con successo del Grande Progetto Pompei.

"Dopo gli anni della messa in sicurezza del sito di Pompei nell’ambito del Grande Progetto – ha affermato - siamo ora in una fase nella quale dobbiamo navigare verso nuovi orizzonti: abbiamo messo alla base del nostro lavoro in questo senso un approccio di urbanistica, applicata a una città archeologica. Una specie di rigenerazione archeo-urbanistica che allarga lo sguardo dagli aspetti prettamente archeologici e conservativi a una visione urbana e socio-culturale: i servizi per il pubblico e per le funzioni tecniche e della sicurezza, i grandi poli espositivi che stiamo realizzando a San Paolino e alla Palestra Grande, i nuovi depositi di Porta Nola, Stabia e Torre Annunziata, i trasporti con navetta tra i siti e l’accessibilità, la valorizzazione delle aree verdi e dell’agricoltura archeologica e la sostenibilità, la ristorazione e le aree e i laboratori per bambini con il nostro Children Museum”.

“In breve ha proseguito il direttore - pensiamo a Pompei come a una città contemporanea, solo che è rimasta pressoché immutata da 2000 anni e si compone di una cittadinanza mondiale di viaggiatori che vengono ogni giorno da tutti i continenti. Anzi, pensiamo alle due Pompei, quella antica e quella moderna, e anche a Scafati, Torre Annunziata, Boscoreale, Castellammare di Stabia, Terzigno, Lettere, Poggiomarino e a tutto il territorio, come un'unica realtà dal punto di vista archeologico e urbanistico”.

Secondo Zuchtriegel, se il parco archeologico va sempre più verso un approccio urbanistico in termini di servizi e pianificazione dei lavori, i comuni della Buffer Zone possono essere concepiti come parte integrante di un grande parco archeologico diffuso, con tante presenze archeologiche sui loro territori: “Come la città antica era parte di un paesaggio culturale, anche oggi non ci dovrebbero essere confini rigidi tra dentro e fuori”. 

Il direttore ha poi fatto il punto della situazione: “Nel 2023 l’UNESCO ha approvato la nuova Buffer Zone di Pompei, Ercolano e Oplonti che comprende 11 comuni: Portici, Ercolano, Torre del Greco, Torre Annunziata, Boscoreale, Boscotrecase, Terzigno, Trecase, Pompei, Scafati e Castellammare di Stabia; su proposta del Ministro della Cultura, Pompei è nella legge di bilancio dello Stato di quest’anno, dove è prevista una ‘una campagna di scavi archeologici a Pompei e negli altri parchi archeologici nazionali’; attualmente abbiamo 28 cantieri di restauro, accessibilità e messa in sicurezza in corso, 11 altri sono in fase di avvio, altri ancora in progettazione, per un importo complessivo in programmazione di 100 milioni di euro”.

Di questi, 9 sono attualmente i cantieri che comprendono attività di scavo stratigrafico, per lo più per ragioni di miglioramento delle condizioni di conservazione e tutela del patrimonio già emerso. Ciò significa che attualmente si sta scavando su un’area mai raggiunta come superficie dalle grandi campagne degli anni ’50 del Novecento: novemila metri quadrati.

Quanto basta per far sì che Pompei resti ancora per molti anni a venire uno dei siti più visitati al mondo.