18/7/2017 - Il Fondo Ambiente Italiano e il Club Alpino Italiano duri con il Ministro dell’Ambiente: “Al di là della mano criminale che appicca il fuoco, la responsabilità è da ricercare nell’assenza di presidi adeguati e di piani di manutenzione preventiva contro il rischio, unici strumenti per evitare e ridurre il rischio di queste drammatiche calamità”
Al di là delle responsabilità dirette, che è pur doveroso individuare, e delle problematiche legate agli interventi in emergenza, FAI e CAI si rivolgono al Ministro Galletti per evidenziare ancora una volta “l’assenza di presidi adeguati e di piani di manutenzione preventiva contro il rischio incendi, unici strumenti per evitare e ridurre il rischio di queste drammatiche calamità”.
Secondo i due organismi, la causa principale di questi disastri non sarebbe tanto da ricercare nella mano che appicca il fuoco, ancorchè criminale, quanto nell’incuria che caratterizza lo stato dei nostri parchi.
“L’incendio che ha compromesso ampie porzioni del Parco del Vesuvio, e che ancora oggi infuria, dimostra, ad esempio – spiegano nel documento - che al di là della mano che ha appiccato il fuoco, che è solo la scintilla, questo sarebbe stato ben più facilmente e rapidamente contenuto se i boschi vesuviani fossero stati nel corso dell’anno adeguatamente curati, correttamente manutenuti, puliti dalle sterpaglie e dall’immondizia, dotati di vie spartifuoco e sentieri, oltre che naturalmente di servizi antincendio”.
La lettera si chiude con una considerazione e con un appello. “Ogni anno la nostra Penisola perde a causa degli incendi ampissime aree verdi di paesaggi unici al mondo tra cui Parchi naturali nazionali e regionali. Queste drammatiche occasioni devono almeno servire a ribadire che la tutela non è chiusura e immobilismo, ma al contrario è operosa e costante attività di cura e presidio da parte degli enti responsabili e con il contributo della società civile: senza manutenzione ordinaria e programmata, dei monumenti come dei paesaggi, non esiste tutela”.